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2° Corrisalento di Galatina di Francesco Pasanisi

Giardino

Galatina 17/04/11

Potrebbe sembrare sempre la solita musica. Già potrebbe ma non lo è.
Ogni qualvolta che si indossano i colori della Polisportiva per partecipare alle manifestazioni sportive il fisico comincia a vibrare, da subito prima ancora di avvicinarsi alla partenza.
Per me è così e probabilmente lo è anche per gli altri atleti-colleghi-amici facenti parte.
La mattina è uggiosa, piove anche se poco ma non importa. Siamo pronti come sempre.
Ci siamo quasi tutti come ripeto di solito (gli irriducibili 5) sono anni ormai che gareggiamo ma è come fosse la prima gara, lo spirito è lo stesso, l’approccio è quello di sempre siamo convinti che daremo il massimo.
La gara di Galatina registra l’esordio di una nuova atleta decisa anche lei a dare il massimo con l’aiuto dell’ormai quasi veterana altra ns. atleta.
C’è da dire che le atlete sono le rispettive mogli di colleghi anch’essi partecipanti alla gara e proprio per questo ci stringiamo ancora di più in gruppo dando loro consigli che potrebbero tornare loro utili nel momento dell’eventuale crisi.
Le gare sembrano uguali ma posso giurare che non lo sono per niente. Quando si gareggia l’occhio è sempre sul cronometro, anche se prima della partenza si sottolinea il fatto che il primo obiettivo è quello di divertirsi.
Si parte oggi le gambe sembra vogliano girare, il passo segnato dal cronometro è buono, bisogna muoversi anche perchè siamo in trance agonistica, quindi spingono tutti specialmente gli amici della Polisportiva.
Eh già, ognuno di noi è animato da sano spirito agonistico, quindi cerchiamo di contenere i distacchi, anche se non sempre ci riusciamo, forse anche perché gli sfottò alla fine della gara arrivano a vagonate ( bello no??).
Il respiro è chiaramente affannoso, pesante, abbiamo bisogno di ossigeno, tanto ossigeno, ma la poesia del rumore che segna il passo sull’asfalto ci porta in una dimensione quasi irreale, siamo carichi di adrenalina, ci guardiamo ma non ci vediamo, ci riconosciamo, ma non ci parliamo le parole non servono, perché siamo in un mondo ovattato fatto di fatica si, ma di sublimazione.
Ecco spiegato il motivo che ci porta a presenziare sempre e comunque che ci spinge a volte a dirsi quando le gare sono abbastanza impegnative
ma chi me lo fa fare.
La gara è finita il ns. gruppo come al solito ha chiuso con soddisfazione, ognuno ha dato quello che poteva, siamo tornati nel mondo reale, abbiamo stampato sul viso un sorriso che ci ripaga dello sforzo, siamo completamente endorfinati e questa sensazione durerà per un pò.
A chi legge queste righe un suggerimento; provaci non è mai troppo tardi per cominciare a correre, ti assicuro che quel poco che hai letto è davvero poco in confronto a quello che sentirai dentro di te.

UN SALUTO……………..

Francesco Pasanisi





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